VIBO, 2052
vuole essere invece una evocazione, un tentativo di aprire gli occhi e puntare sul futuro.
Come sarà Vibo Valentia nel 2052? Non sarà sicuramente la sede delle Olimpiadi del 2052 ma dobbiamo ragionare in termini pratici e darci obiettivi ambiziosi che vanno aldilà di un programma elettorale che tra cinque anni sarà già desueto.

Vibo Valentia sparirà dalle mappe geografiche oppure le due parole "Vibo", "Valentia" saranno spesso "cliccate" dagli internauti che vogliono viaggiare in Italia e in Europa; "cliccate" da chi sta cercando la città della sua squadra del cuore; “cliccate” da chi vuol capire come spostarsi in Italia e nel Mediterraneo; "cliccate" da chi sta studiando o curiosando a proposito della storia della Megale Ellas (Magna Grecia), del Regno delle Due Sicilie, del Risorgimento, ...
Non si tratta di sognare ma di progettare: Progettare la Vibo che sarà e non la Vibo del mondo dei sogni. Dotarsi di concretezza, lucidità, lungimiranza, passione!
La stessa passione che da anni mettiamo nella politica; la buona politica che deve riavvicinare la gente che è delusa da decenni di pressapochismo, inconcludenza, inaffidabilità, malafede (quando non malaffare)! Per questo motivo in queste settimane abbiamo deciso di "candidare" alle prossime elezioni del prossimo mese di Maggio NON un elenco di persone, ma un elenco di idee.
Molti vibonesi (in numero crescente) hanno abdicato all'idea di sostenere questa o quella lista in funzione dell'appartenenza di uno dei candidati al proprio nucleo familiare. La strategia di accorpare decine e decine di candidati nel tentativo di intercettare il consenso della maggioranza degli elettori è sicuramente lecita ma è terribilmente miope e improduttiva.
A nostro giudizio coloro che saranno chiamati a rappresentare i vibonesi in Consiglio comunale dovrebbero sforzarsi di rappresentare -prima dei loro soggettivi e, seppur, leciti interessi- coloro che non hanno voce; coloro che sono stati costretti per decenni a lasciare Vibo Valentia, coloro che vivono in miseria.
Abolire la miseria (e non la povertà, come sostiene qualcuno) richiede un lavoro lento e progressivo; un approccio radicale e laico; un metodo democratico e trasparente.
Abolire la miseria può voler dire coltivare un orto, dedicarsi allo studio e/o all'insegnamento, praticare attività sportive, poter raccogliere i frutti del proprio lavoro (sia esso autonomo o dipendente), investire il proprio tempo nella ricerca, nel volontariato, nella cura della persona e del territorio, ...
Noi Vibo Valentia nel 2052 la immaginiamo bellissima!
Comitato "Amicizia e mutua prosperità"

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