Garante dei diritti dei detenuti, tempi di legge non rispettati - Ruffa (Radicali): abbiamo sollecitato i consiglieri regionali affinché dessero prova di rispettare la Legge da loro stessi approvata ma finora è stato inutile. Ma non mollo lotta nonviolenta.
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| L'ing. Rocco Ruffa con suo padre, l'ing. Rosario Ruffa |
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Da molte settimane rivolgiamo un appello al Consiglio Regionale della Calabria affinché dia una prova di responsabilità e dimostri di essere un organo dello Stato rispettoso della Legge e dei Diritti Umani eleggendo una figura di garanzia che vigili sulla tenuta democratica della nostra Regione nei luoghi in cui, più che altrove, è a rischio la salvaguardia e il rispetto della nostra Costituzione ovvero all’interno delle nostre carceri.
Ve ne sono più di dieci nella nostra regione senza contare che il “garante” in questione sarebbe chiamato a vigilare anche su altri luoghi di “privazione della libertà” - presenti sul nostro territorio - quali solo i centri di permanenza degli immigrati (il tristemente noto CARA di Crotone ne è un esempio
)
>>
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E' quanto si legge in una nota di Rocco Ruffa, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e tesoriere dell'associazione radicale nonviolenta "Abolire la miseria - 19 maggio" che, il 26 e 27 maggio prossimi terrà il proprio congresso annuale a Lamezia Terme assieme a Mina Welby.
Nel comunicato Ruffa sottolinea come si è arrivati alla Istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà: <<Consapevole di quanto fosse “urgente” la presenza sul nostro territorio di un garante dei detenuti, il Consiglio Regionale, - dopo anni di gestazione - aveva approvato all’unanimità, poco più di tre mesi fa, la legge n. 1 del 29 Gennaio 2018 che istituiva il “garante regionale delle persone private della libertà”
>> e che <<Nel rispetto di quella legge, il Presidente del Consiglio Regionale - On. Nicola Irto - avrebbe dovuto emanare un avviso pubblico entro il 28 Febbraio 2018 per la selezione delle candidature alla carica di garante eppure a distanza di mesi, dell’avviso pubblico non v’è traccia sul Bollettino Ufficiale della regione>>.
Per questo, aggiunge Ruffa: <<
Con ripetuti giorni di sciopero della fame (4 giorni consecutivi a settimana dal mese di gennaio scorso) abbiamo sollecitato i consiglieri regionali tutti affinché dessero prova di rispettare la Legge da loro stessi approvata ma è stato inutile
>>.
Il comunicato conclude con una nota polemica:
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Ci chiediamo:
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Ci chiediamo:
se al cittadino, a cui dovesse capitare di non pagare per tempo la tassa di proprietà sull’automobile, è giusto recapitare una cartella con tanto di sanzione pecuniaria, al politico - strapagato da noi concittadini per sedere lì dove siede - che con mancanza di rispetto nei confronti delle persone private della libertà, dovesse capitare di non rispettare una Legge che riguarda qualcosa di serio come i Diritti Umani, che sanzione pecuniaria dovrebbe essere contestata?
>>.


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