lunedì 6 luglio 2015

Valore (legale) dell'Università!


Diceva settant'anni fa Luigi Einaudi: "Finché non sarà tolto qualsiasi valore legale ai certificati rilasciati da ogni ordine di scuole, dalle elementari alle universitarie, noi non avremo mai libertà di insegnamento; avremo insegnanti occupati a ficcare nella testa degli scolari il massimo numero di quelle nozioni sulle quali potrà cadere l’interrogazione al momento degli esami di stato. Nozioni e non idee; appiccicature mnemoniche e non eccitamenti alla curiosità scientifica ed alla formazione morale dell’individuo"

Oggi è necessario investire tantissimo in istruzione e ricerca.
Non c'è futuro per una Comunità (grande o piccola che sia) che non garantisca una formazione di altissimo livello ai suoi cittadini. I paesi che oggi eccellono nell'industria (USA, Germania, Korea del Sud, Giappone, ...) sono proprio quelli che hanno investito di più in formazione, ricerca scientifica e meritocrazia.


Allora, dobbiamo chiederci: il valore legale di un titolo di studio, garantisce una migliore formazione?
garantisce più meritocrazia? garantisce una migliore società?

Molto probabilmente NO e anzi, favorisce la diffusione di veri e propri "diplomifici/laurifici" al ribasso!
Posti in cui il motto è: "Iscriviti da noi! alla fine avrai un titolo di studio che vale "per legge" quanto quello conseguito altrove, fosse anche ad Harvard!"

Tutto questo ha un senso?

Allora ecco che - polemica di questi giorni - un parlamentare di nome Meloni presenta un emendamento al disegno di legge sulla pubblica amministrazione che per valutare i candidati ad un impiego pubblico pretende di impiegare, non solo il voto di laurea, ma anche l'ateneo presso il quale si è ottenuto il proprio titolo di studio.

Una pezza che è peggiore del buco!

In pratica resta tale e quale il "valore legale del titolo di studio" ma solo se ti sei laureato alla Bocconi!
Così avremo delle università "legali" e delle università "un po' meno legali"!

Tutto senza modificare di una virgola il sistema di accesso (mediante prestiti, borse di studio & Co.) alle università che (specie quando si tratta di quelle private) sono ad esclusivo appannaggio delle persone abbienti! Ma se un giovane italiano se lo merita perché l'Italia non investe su di lui mandandolo magari negli USA o comunque nella migliore università al mondo secondo il settore di studio?

Oggi le Università di mezza Italia pagano una scarsezza di risorse che è responsabilità esclusiva dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni. Ricordate, cosa dicevo all'inizio? senza investimenti siamo destinati al declino!

Ma la spesa pubblica italiana è un qualcosa di insondabile e misterioso dove "investimenti" e "ricerca" sono relegati a percentuali infime dello "zero virgola ...".

E poi c'è un problema sistemico che si può riassumere in un solo concetto: mancanza di amministratori e docenti universitari  responsabili dei loro risultati:

- gli investimenti in ricerca dell'Ateneo non danno molti frutti?       - pazienza!
- gli iscritti sono in calo?                                                          - sarà il clima!
- ai vertici dei dipartimenti ci sono le stesse persone da decenni?  - sono tutti dei geni!

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