venerdì 1 giugno 2018

La Federazione Italiana Diritti Umani dalla parte di Abolire la miseria


Dopo essere intervenuto al Congresso dell’Associazione Radicale Nonviolenta “Abolire la miseria - 19 maggio” il politologo Antonio Stango, in qualità di presidente della Federazione Italiana Diritti Umani non ha fatto mancare il suo sostegno diventando un nostro nuovo iscritto
(la mozione quest’anno pone come obiettivo il
raggiungimento di 100 iscritti).
Lo stesso Presidente Stango (più in basso uno stralcio del suo comunicato del 29 maggio), ha giudicato favorevolmente la battaglia che Abolire la miseria” ha intrapreso da diversi mesi (e conta di proseguire nel futuro avendola messo al centro della propria azione politica) ovvero
<<l’elezione -anche in Calabria- del “garante delle
persone private della libertà” (L.R. 1/2018)>>.
Come Radicali, riteniamo che non ci sia battaglia che meriti più di ogni altra di essere
combattuta di quella che si propone la difesa dei Diritti Umani. Il sostegno della FIDU
ci rende molto orgogliosi e ci convince ancor di più di aver preso la giusta strada.
Per salutare con gioia quanto è avvenuto ho deciso di sospendere dalla
mezzanotte di oggi 1 Giugno - lo sciopero della fame (e della sete) fino alla
prossima settimana.
La FIDU ha riconosciuto il valore di questa battaglia: Negli anni più bui del ‘900
noi italiani ci siamo resi protagonisti di comportamenti infami che hanno comportato
la sistematica violazione dei Diritti Umani col beneplacito dell’opinione pubblica.
Oggi, avviene la stessa cosa: nei luoghi di detenzione l’Italia viola sistematicamente
i Diritti Umani; ancora oggi l’Italia non ha rimediato opportunamente alla sentenza
della Corte europea dei diritti umani - nota come “sentenza Torreggiani”- adottata
l’8 gennaio 2013 con decisione presa all’unanimità che ha condannato l’Italia per la
violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU); partendo
dal presupposto che anche la pena del più efferato criminale deve tendere alla sua
rieducazione poco importa se il detenuto sia colpevole o innocente: chi è detenuto
dallo Stato Italiano non deve essere torturato.
Se a questa ovvia considerazione, aggiungiamo l’irragionevole durata dei processi
ci rendiamo conto di come è indispensabile verificare in maniera sistematica che
tutte le volte in cui lo Stato priva qualcuno della sua libertà non vengano intaccati
i suoi Diritti Umani.
Da anni ormai ci battiamo perché l’Ordinamento Penitenziario venga riformato
ma nell’attesa che la riforma di cui alla Legge 103 del 2017 venga completata
vorremmo che l’OP attualmente in vigore venisse rispettato!
Se l’art. 35 della Legge 354/75 stabilisce che i detenuti hanno il Diritto di rivolgere
istanze o reclami orali o scritti [...] ai garanti regionali o locali dei diritti dei detenuti
in una Regione come la Calabria dove il garante non viene colpevolmente eletto
dal Consiglio (vedi Regione Calabria)
come possono i detenuti esercitare questo loro diritto?
Noi radicali (finché il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ce lo consentirà)
cerchiamo di sopperire all’assenza di un garante eseguendo a nostre spese visite
ispettive ai sensi dell’art. 67 del regolamento attuativo del citato ordinamento penitenziario,
ma, ora che la Legge istitutiva del garante esiste anche in Calabria,
cosa aspetta la politica a fare il suo dovere?
E perché i mezzi di informazione non portano a conoscenza dell’opinione pubblica
questa immotivata carenza?
Come può il garante nazione dei detenuti (istituito a norma del DL 146/13)
essere fedele ai compiti che gli sono attribuiti (“promuovere e favorire rapporti
di collaborazione con i garanti territoriali”) se in alcune regioni italiane
i garanti non ci sono?!?
Da gennaio -come tesoriere dell’associazione “19 maggio”- mi batto affinché il
Consiglio Regionale assolva il suo compito con uno sciopero della fame di
4 giorni a settimana (battaglia alla quale ho aggiunto un giorno di sciopero
della sete da quattro settimana a questa parte).


Ecco il testo del comunicato del dott. Antonio Stango che ringrazio nuovamente:





Pres. FIDU Dott. Antonio Stango
La legge istitutiva del Garante è stata un passo positivo, nel
rispetto della legislazione nazionale e del Protocollo opzionale
alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre
pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Tuttavia,
nonostante la legge preveda, all’articolo 3, che l’avviso pubblico
per la presentazione delle candidature a questo incarico sia
‘pubblicato entro trenta giorni’, tale avviso non è mai stato
emanato. Al Consiglio Regionale e al suo Presidente, Nicola Irto,
chiediamo dunque di farlo nei tempi più brevi affinché si realizzi
un istituto fondamentale non solamente per la dignità e spesso
la vita delle persone a vario titolo private della libertà, ma anche
per favorirne il recupero e il reinserimento sociale”.

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