Ruffa (Radicali): “Sciopero della fame perché non sono ancora garantiti i diritti dei detenuti in Calabria”.
"Spiace constatarlo, ma è passato oltre un mese dalla data limite (28 febbraio 2018), stabilita dalla Legge Regionale numero 1 del 29 gennaio 2018, per la pubblicazione ad opera della Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria di un avviso pubblico per la presentazione delle candidature alla elezione da parte dell’assemblea regionale del “garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”; è passato oltre un mese e dell’avviso pubblico sul BURC non vi è traccia" Così Rocco Ruffa militante del Partito Radicale Nonviolento e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani (movimento costituente del PRNTT) nel suo comunicato che precede di pochi giorni la visita che la delegazione del PRNTT guidata da Giuseppe Candido effettuerà giorno di Pasqua nella casa circondariale "nuovo complesso penitenziario di Vibo Valentia.
Chiosa Ruffa: "Le leggi (e le scadenze in esse contenute) sono fatte perché i cittadini le rispettino eppure constatiamo a malincuore che il massimo organo legislativo calabrese che le ha emanate può tranquillamente disattenderle."
Al suo 35° giorno di sciopero della fame (intrapreso il 23 gennaio scorso e portato avanti questa settimana con 4 giorni di sciopero che si concluderanno il giorno di Pasqua) Ruffa si batte perché anche la Calabria abbia il garante dei detenuti che non è ancora stato eletto; garante a cui competerà fare visite periodiche nei tanti istituti calabresi come da anni solo i Radicali continuano a fare -come ha insegnato loro Marco Pannella- in special modo durante le festività.
"Sentiamo ancora più forte - si continua a leggere -
il desiderio di nutrire Speranza (e la visita che faremo la mattina di Pasqua nel carcere di Vibo ne è un esempio) nell'operato del Consiglio Regionale, a partire dall’organo di presidenza, affinché si affrettino ed eleggano al più presto questa importante figura di garanzia. Noi non molliamo, e andiamo avanti con la Nonviolenza. Quella nonviolenza
di cui sono stati capaci - assieme a noi radicali, su iniziativa dell’On. Rita Bernardini, migliaia e migliaia di detenuti per chiedere l’approvazione dei decreti delegati che il governo italiano doveva emanare a seguito della legge 103/2017 per riformare l’Ordinamento Penitenziario vecchio di 40 anni".
"Eppure - conclude il comunicato - quella legge dava tempo un anno al Governo per emanare tutti i decreti legislativi di riforma dell’Ordinamento Penitenziario in linea con i principi in essa contenuti. A luglio sarà passato un anno dalla promulgazione della legge e in assenza di un governo si corre il rischio di vanificare un lavoro durato anni.
A quanto pare anche per i rappresentanti degli italiani che siedono in Parlamento (non solo per i consiglieri regionali della Calabria) non esista alcun obbligo di rispettare le scadenze contenute nelle leggi".
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