Basta la "conclusione indagini" per addivenire all'innocenza o alla colpevolezza di qualcuno.

Nel caso di Mimmo Lucano non serve neanche il rinvio a giudizio per sbatterlo in prima pagina come "il sindaco dell'accoglienza indagato per truffa"!
Speriamo che, qualora l'indagine dovesse concludersi in un nulla di fatto, i giornali siano altrettanto solerti nel comunicarlo ai loro lettori.
Per fortuna qualcuno è riuscito a leggere uno dei verbali redatti dagli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria e a suo dire la relazione è elogiativa del "sistema Riace". Emoziona leggere nell'articolo di Donata Marrazzo -pubblicato da Il Sole 24 Ore il 27 Febbraio scorso- come il verbale redatto dagli ispettori della Prefettura "è sorprendente per stile e contenuti: in prosa quasi poetica" (qui il link al suo articolo).
Ne scrivono anche Il Manifesto (qui il link) e L'altro Corriere (qui il link) dove possiamo leggere alcuni stralci della relazione prefettizia:
“nella scuola i ragazzini di Riace scherzano e scambiano commenti ironici con i loro coetanei dell’Africa o del vicino oriente”.
A Riace "le casa degli immigrati sono vecchie ed umili… ma pulite ed ordinate, venate della mescolanza di donne ed uomini di provenienza disparata" ed è possibile vedere all'opera “un abile cuoco sahariano mentre prepara magnifiche pizze” in un paesino in cui grazie agli immigrati (ri-)vivono “botteghe artigiane in cui si lavora il legno, il vetro, la lana, i tessuti…”.
Spero che gli organi inquirenti concludano le indagini e accertino eventuali responsabilità perché non vorremmo che i risultati dei motori di ricerca continuassero a restituire accanto alle parole "Mimmo Lucano" solo quella di "indagato".
È ancora possibile sperare in una "umanità che fa bene" - come recitava il motto della campagna/proposta di legge "Ero straniero" firmata da oltre 90.000 italiani e lanciata da Radicali Italiani assieme ad un nutrito gruppo di associazioni benefiche di stampo cristiano - anche se dobbiamo ammettere non mancheranno gli scontenti.
Sicuramente questo modello di inclusione non piace alle mafie, ai latifondisti più spregiudicati e -più in generale- alle organizzazioni criminali visto che non possono contare su questi nuovi "riacesi" per lo spaccio della droga, per rinfoltire le fila della prostituzione o per lavorare in semi-schiavitù nei campi al servizio di noi italiani.
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