giovedì 23 febbraio 2017

La vera lotta al crimine

Vibo Valentia, 23/02/2017

Per molti Domenica 5 Febbraio 2017 - nell'attualità politica italiana - non rappresenta nulla, ma proprio nulla. Per coloro che hanno a cuore lo Stato di Diritto, però, questa data è attuale, attualissima. Dalla mezzanotte del 5 Febbraio, infatti, l'On. Rita Bernardini ha intrapreso la sua ennesima battaglia nonviolenta con uno sciopero della fame che tra poche ore raggiungerà il suo 19° giorno. Una "ripresa" quella della Bernardini che già lo scorso anno aveva digiunato - assieme ad altri dirigenti del Partito Radicale - circa un mese per gli stessi motivi.
Lo hanno potuto sapere in pochi; non certo i lettori dei principali quotidiani italiani. Nessuna traccia dell'iniziativa nonviolenta su "corriere.it" e "repubblica.it"; e non va molto meglio con "ilsole24ore.it": digitando "Rita Berndardini" attraverso al funzione "CERCA" troviamo un articolo interessante dal titolo "Napolitano: è un dovere morale cambiare la situazione delle carceri" ... un bell'articolo certo, peccato che sia del 2013!
Censurare chi si batte per una #GiustiziaGiusta è una prassi consolidata in Italia. Il diritto di conoscere quali siano i motivi dello sciopero viene negato ancora una volta.
Li hanno potuti conoscere quei pochi che riescono a difendere il proprio Diritto alla Conoscenza avendo ascoltato questa mattina Radio Radicale (vero Servizio Pubblico), nella consueta rassegna stampa a cura dell'attento Massimo Bordin "Stampa e Regime". Loro, assieme alle poche migliaia di italiani che hanno letto l'intervista sul quotidiano il Dubbio, hanno potuto sapere che c'è qualcuno che digiuna (concedendosi 2, 3 cappuccini al giorni) da quasi 19 giorni per una "Amnistia per la Repubblica", per lo stralcio della riforma dell'Ordinamento Penitenziario, per un indulto che metta fine al sovraffollamento carcerario che nega i diritti umani delle persone detenute.
Nella citata intervista rilasciata a Damiano Aliprandi, l'On. Bernardini spiega di voler "aiutare il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Parlamento a fare ciò di cui sono già convinti e cioè la riforma dell’ordinamento penitenziario che è stata oggetto di studio e di proposta attraverso il lavoro dei 18 tavoli degli Stati generali dell’esecuzione penale sui quali ha molto puntato proprio il ministro Orlando"; spiega ancora come la riforma dell'OP vuole facilitare "l'accesso alle pene e alle misure alternative"; dare "maggiori possibilità di lavoro, di formazione e di studio sia in carcere che una volta usciti". E spiega ancora "Tutti gli studi ci dicono che per scongiurare la recidiva, le pene e le misure alternative al carcere sono più efficaci di quest’ultimo per ridurre il tasso di delinquenza"; Ma perché un'amnistia? Perché non ci siano casi come quello di Torino con il processo per stupro caduto in prescrizione; "se i magistrati non avessero avuto le loro scrivanie ingombre di processi per reati minori quel fascicolo sarebbe stato oggetto di attenzioni già molti anni fa e non sarebbe stato letteralmente cancellato com’è accaduto" chiosa la Bernardini.
Questa è la vera lotta al crimine.
E per queste ragioni dalla mezzanotte del 22 alla mezzanotte del 25 mi unirò - ancora una volta - allo sciopero della fame.
Dopo aver visitato, assieme a Giuseppe Candido, le 12 carceri calabresi lontane anni luce dal dettato costituzionale, alle motivazioni sopra esposte aggiungo l'invito alla classe politica calabrese affinché discuta e approvi il disegno di legge del Presidente Nicola Irto per l'istituzione in Calabria della figura del Garante dei detenuti.

Rocco Ruffa
militante del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito

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