"Condividere il cibo", d'altronde, è il significato etimologico della parola "compagno" - dal latino "cum panem", colui con cui dividi il pane; condividere quello che si ha è una "legge morale" che ogni uomo ha impresso nel proprio genoma; condividere il proprio denaro, è anche un concetto di rango costituzionale, visto che l'articolo 2 del nostro patto costituente sancisce inequivocabilmente che ogni uomo (e ogni donna) deve adempiere ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Eppure questo concetto universale, sembra si stia sempre più allontanando nella pratica quotidiana. Sempre più persone - specie se risiedono nelle regioni più meridionali del Paese - rinunciano a curarsi anche se stanno male; rinunciano a cercare un lavoro anche se non hanno una fonte di reddito; rinunciano a impegnarsi in prima persona in politica, lasciando questo compito (come temeva Giuseppe Fava, il cui omicidio ricorre in questi giorni) ai "professionisti della politica".
E poi ci sono formazioni politiche dove chiunque può fare attività politica e - se si è capaci - si viene valorizzati senza distinzioni di sesso, di razza, di credo religioso, di provenienza geografica, ...
La formazione politica che ho in mente, mentre scrivo queste parole, è il Partito Radicale Nonviolento di Marco Pannella buonanima (come si dice dalle mie parti).
Potersi dire radicali è estremamente semplice se - come diceva lo stesso Marco Pannella - si pensa che l'unico presupposto per poterlo essere è quello di "pagare l'obolo", di "pagare il biglietto dell'autobus per un anno", di versare la quota di iscrizione. Essere iscritti al Partito Radicale, vuol dire poter esprimere le proprie idee e dare il proprio contributo senza intermediari, rappresentanti, corpi intermedi.
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| Il logo del Partito Radicale con il volto di Gandhi stilizzato scrivendo Partito Radicale in oltre 50 lingue diverse |
Eppure, iscriversi al PRNTT (le altre due lettere dell'acronimo stanno per "transnazionale" e "transpartito"), è un lusso che molti italiani (quei milioni che l'ISTAT certifica essere in "povertà assoluta") non possono permettersi. E allora che fine fa l'articolo 2 della Costituzione?
Ecco la proposta:
tenuto conto che da tempo immemore il Partito Radicale tiene conto del reddito dei "popoli" per consentire l'iscrizione al partito, sarebbe opportuno - in un paese come l'Italia dove la coesione sociale è ai minimi termini e il divario tra chi ha di più e chi ha di meno non fa che aumentare - tenerne conto anche su scala regionale.
tenuto conto che da tempo immemore il Partito Radicale tiene conto del reddito dei "popoli" per consentire l'iscrizione al partito, sarebbe opportuno - in un paese come l'Italia dove la coesione sociale è ai minimi termini e il divario tra chi ha di più e chi ha di meno non fa che aumentare - tenerne conto anche su scala regionale.


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