sabato 8 aprile 2017

Il giornalista che è in me

““La staffetta radicale di fame e sete di iscritti al PRNTT".

5 giorni in tutto di sciopero della fame e 2 giorni di sciopero della sete:

Questo lo sforzo di due militanti radicali che scioperando da oltre un mese chiedono inascoltati che anche la Calabria sia dotata di un garante dei detenuti.

Con un giorno a settimana di sciopero della fame e della sete lo storico militante del Partito Radicale il prof. Giuseppe Candido chiede che le istituzioni calabresi, a partire dal Consiglio Regionale della Calabria, istituisca la figura del Garante delle persone private della libertà.

Questa iniziativa nonviolenta è aggravata con l’autoriduzione di insulina, farmaco salvavita del quale -seppur sotto stretta osservazione clinica- lo scrittore, giornalista, geologo, calabrese ha bisogno per combattere il diabete.

“Il presidente Irto, quando ancora era un ‘semplice' consigliere regionale, presentò un disegno di legge in tal senso (la PL 14/10^, nota del redattore) che da due anni giace in qualche stanza di Palazzo Campanella dimenticata" specifica Candido.

“la mia battaglia -lo stesso Candido precisa- è condivisa dal compagno Rocco Ruffa che dallo scorso Febbraio digiuna quattro giorni a settimana con l’aggiunta di 24 ore di sciopero della sete".

I due radicali, dopo aver visitato più e più volte le carceri calabresi denunciano le condizioni di sospensione della legalità in cui il sistema penitenziario versa.

“Molti detenuti, seppur malati non godono del diritto alla salute; la quasi totalità non può accedere a forme rieducative essenziali come il lavoro, lo studio, l’affettività a causa di carenze strutturali di agenti di Polizia Penitenziaria, educatori, personale amministrativo, magistrati di sorveglianza" - specifica Ruffa nel comunicato radicale.

“la nostra battaglia, con il vitale sostegno dei mezzi d’informazione, serve a sensibilizzare i nostri concittadini che ignorano che ‘le carceri italiane sono criminogene’ (parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando - ndr) e quindi non fanno che peggiorare il già precario tessuto sociale calabrese" leggiamo nel comunicato.

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