sabato 9 luglio 2016

Il crimine più grande è stare con le mani in mano

Nel lontano 1975 Marco Pannella - preso per pazzo dalla totalità delle classi dirigenti dei partiti di allora - metteva in atto una delle sue più celebri disobbedienze civili: si faceva arrestare autodenunciandosi per aver fumato uno spinello!

Come non ricordare le disobbedienze civili dell'On. Rita Bernardini? "Coltivazione e cessione gratuita di cannabis" alle persone affette, tra le altre patologie, da SLA e alzheimer?
Ecco una notitia criminis per il Procuratore di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri: sul suo profilo facebook, l'ex parlamentare Rita Bernardini pubblica con cadenza settimanale foto come questa che testimoniano la sua ennesima coltivazione.
Qualcuno potrebbe dire che non serve una legge visto che il consumo è stato depenalizzato.
Andatelo a dire a Fabrizio Pellegrini, pianista di 47 anni, malato di fibromialgia. Andateglielo a dire al carcere di Chieti, dove si trova recluso da circa un mese per aver coltivato 4 piante di cannabis nel suo appartamento.

Qualcuno c'è andato a trovarlo: l'avv. Vincenzo Di Nanna (Segretario di Amnistia Giustizia e Libertà - Abruzzi) che in questo modo ha appreso che la cannabis gli serviva come cura e che per questa cura la sua ASL pretendeva che pagasse centinaia di euro settimanali. 

Dopo oltre 40 anni di lotte nonviolente e disobbedienze civili per legalizzare la cannabis, ci sono finalmente alcuni nostri rappresentanti che siedono in Parlamento che cominciano ad occuparsene:
nel manifesto del gruppo interparlamentare (www.cannabislegale.org), presieduto da Benedetto Della Vedova (gruppo misto) e al quale hanno aderito circa 200 parlamentari provenienti da molte parti dello schieramento politico (prevalentemente Sinistra Italiana, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle), i parlamentari scrivono: “abbiamo deciso di costituire un intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati, capace di rivolgersi insieme ad opinione pubblica e forze politiche per lavorare a una proposta comune, credibile e concreta da presentare all’attenzione delle Camere.

Persino la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nel documento presentato alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, esprime il proprio “parere positivo per tutte le legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati”.
Si può essere più chiari di così?


Si può essere più chiari del prof. Umberto Veronesi (direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia) che dice "No! La marijuana non fa male"?
Intervenendo nel dibattito dalle pagine del settimanale “Oggi” il prof. Veronesi dice: “Come ministro della Salute mi posi anch'io questa domanda anche come medico e soprattutto come padre di famiglia. Ebbene, la commissione scientifica che avevo nominato concluse che i cosiddetti 'danni da spinello' sono praticamente inesistenti.” “Oggi perfino l'Organizzazione mondiale della sanità ha invitato i governi a depenalizzare l'uso personale di marijuana”; "Infondata anche la credenza che la marijuana dia dipendenza e apra la strada all'uso delle droghe pesanti, come cocaina e morfina. Liberalizzare lo spinello non è malinteso permissivismo, ma una posizione realistica che punta alla riduzione del danno. Risulta che metà dei nostri giovani e molti adulti fanno uso di marijuana. Ha senso criminalizzarli?".

Ma non tutti la pensano così.



«Penso che uno Stato democratico non si possa permettere il lusso di liberalizzare ciò che provoca danni alla salute dei cittadini» chiosa il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri dalle pagine de La Stampa.
È un refuso o il signor Procuratore, nel teorizzare uno Stato etico che decide cosa fa bene e cosa fa male, confonde “legalizzare” con “liberalizzare”? Sub Lege Libertas recita il famoso motto della Polizia di Stato. In assenza di regole, non c'è vera libertà. Il mercato della cannabis è già liberalizzato, visto che ne fanno uso milioni di italiani; quello che manca è una regolamentazione che permetta, tra l'altro, allo Stato di risparmiare sull'attuale costo repressivo e incassare le relative tasse.

Oggi, noi cittadini, possiamo dire la nostra visto che è in atto la raccolta firme per la presentazione della legge di iniziativa popolare della campagna Legalizziamo! (www.legalizziamo.it) che Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni hanno promosso in collaborazione e con il sostegno delle più importanti realtà antiproibizioniste. Una proposta di regolamentazione tra le più avanzate del consumo, della produzione e del commercio di cannabis. Tutti i vibonesi da oggi possono recarsi in Comune per firmare la proposta di legge di iniziativa popolare o chiedere maggiori informazioni su come aderire al numero 3281874417.
Ecco un modo tangibile per combattere il crimine organizzato e riappropriarci dell’iniziativa politica.